Un nuovo metodo sicuro ed efficace per attivare le soluzioni irriganti in endodonzia: pressione apicale negativa e simultanea attivazione ultrasonica

  • febbraio 3 2025
  • Dott. Arnaldo Castellucci

Con l'arrivo degli strumenti in nichel titanio e dei sistemi di strumentazione meccanizzata, la preparazione del sistema dei canali radicolari è diventata esponenzialmente più rapida e in qualche modo più predicibile rispetto alle tecniche di strumentazione manuale. Tuttavia con la diffusione di queste lime negli ultimi decenni si è verificata una frattura fra la rapidità della preparazione e il controllo dell'infezione, soprattutto riguardante il tempo e i volumi di soluzioni irriganti usati durante gli interventi.

La domanda ora è: qual è la cosa più importante, la rapidità o il controllo dell'infezione? Naturalmente la risposta è rappresentata dall'efficacia del controllo dell'infezione, senza la quale il processo di riparazione sarà impossibile. La rapidità della sagomatura canalare danneggia la qualità della detersione e della disinfezione, basate sull'azione essenziale dell'ipoclorito di sodio. Tale rapidità, infatti, non fornisce il tempo necessario per ottenere entrambe e dà ancora minore quantità di tempo per garantire il volume e il rinnovo delle soluzioni irriganti, cosa che può compromettere il principale obiettivo della terapia. La preparazione meccanica ideale deve uniformemente detergere e allargare l'intero perimetro del canale radicolare. Tuttavia, gli studi basati sulla micro CT mostrano che le lime meccaniche, indipendentemente dal loro disegno o dalla cinematica (movimento rotante o reciprocante) lasciano una preparazione canalare inadeguata, con circa il 40% delle pareti canali che rimangono non trattate. Pertanto nella letteratura si evidenzia la conclusione che sono necessarie tecniche più efficaci di irrigazione per raggiungere con le soluzioni irriganti le aree critiche, come gli ultimi millimetri apicali, gli istmi, mentre le tecniche di irrigazione convenzionali devono essere sostituite con tecniche più efficaci.

In poche parole, siamo di fronte ad una situazione paradossale: da una parte le tecniche di strumentazione hanno subito una straordinaria evoluzione con gli strumenti in NiTi, capaci di tagliare significative quantità di dentina in tempi molto brevi; dall’altra parte, per raggiungere il loro intero potenziale, le soluzioni irriganti di ipoclorito di sodio richiedono una maggiore quantità di tempo rispetto a quella richiesta della strumentazione meccanica. Il risultato è che il canale radicolare è sagomato ma non è deterso e disinfettato come si deve. Con il metodo tradizionale di irrigazione, inoltre, la soluzione viene portata all’interno del canale usando pressione positiva sul pistone della siringa contenente l’irrigante. Questo può talvolta portare all’estrusione dell’irrigante con conseguenti danni tissutali e dolori postoperatori. D’altra parte, l’ipoclorito venuto a contatto con materiale organico nella zona apicale del canale inizia la sua digestione, con conseguente formazione di bollicine di gas che formano un vero e proprio embolo (apical vapor lock) che impedisce il ricambio dell’irrigante apicalmente alla bolla.

L’unico metodo per “asportare” tale embolo e al tempo stesso evitare estrusione dell’irrigante consiste nell’utilizzare la pressione apicale negativa, come dimostrato dal primo sistema apparso in commercio nel 2007 con il nome di Endovac. Questo però non era esente da inconvenienti, quali la facilità di intasamento delle piccole aperture dell’aspirazione e la rigidità della sottile e metallica micro cannula aspirante. È importante ricordare che anche il più potente irrigante risulta inefficace se:

  • - non può penetrare fino alla porzione più apicale del canale radicolare (lunghezza di lavoro)
  • - non può interagire con le pareti canalari
  • - non può essere rinnovato frequentemente all’interno del canale stesso.
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Il nuovo Sistema iVac rappresenta la soluzione ai problemi descritti finora, in quanto riesce a portare l’irrigante con un flusso continuo fino all’intera lunghezza di lavoro senza alcuna pressione apicale, con una concomitante attivazione ultrasonica, e la sua sicura asportazione mediante pressione apicale negativa. iVac infatti consiste in una cannula di conicità .02 e diametro esterno 35-50 collegata al manipolo da ultrasuoni. L’irrigante scende all’esterno di tale cannula attivata dalle vibrazioni ultrasoniche per essere poi aspirato dall’estremità della stessa cannula posizionata alla lunghezza di lavoro e collegata al sistema aspirante del riunito. La cannula è fatta di un polimero (PoliEtere Etere Ketone+Polietilene) estremamente flessibile e capace di vibrare con la stessa frequenza (29.2 kHz) della punta metallica usata nell’irrigazione ultrasonica passiva. In conclusione, il Sistema iVac raccoglie in sé le caratteristiche del sistema di irrigazione ideale:

  • - Grazie alla pressione apicale negativa, porta la soluzione dentro l’intero sistema dei canali radicolari, alla lunghezza di lavoro;
  • - Rinnova l’irrigante frequentemente, per compensare la saturazione dell’ipoclorito di sodio;
  • - Interagisce con le pareti canalari, rimuovendo il biofilm;
  • - Garantisce uno scorrimento “inverso” dell’irrigante, impedendo la benché minima estrusione oltre apice.

 

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